Vita del monaco

 

Il luogo di vita della comunità buddhista è la pagoda, o vat, che è costituita da un insieme di edifici.

Un muro di cinta racchiude l'area che ospita le abitazioni dei monaci e il luogo destinato al culto: il vat propriamente detto oppure un reliquiario a forma di stupa.

All'interno del vat, che è generalmente costruito in legno o mattoni e ha le pareti riccamente decorate e dipinte, troneggia la statua del Buddha, davanti alla quale è posto il tavolo delle offerte e la stuoia per la preghiera. Intorno si trovano i seggi per i venerabili e numerose lampade, ceri, contenitori per l'incenso e altri oggetti cultuali e votivi.

Il monaco non pronuncia dei voti perenni come i sacerdoti e per entrare nel mondo conventuale, nel sangha, è sufficiente che abbia acquisito l’uso della ragione, che non abbia mai ucciso né rubato e che non sia affetto da malattie della pelle. Indossando l’abito, il monaco accetta di seguire le norme della regola, che sono 227, e, prima fra tutte, quella della mendicità. Deve poi ovviamente rispettare i comandamenti fondamentali, che sono: non sopprimere qualsiasi forma di vita, non rubare, non fornicare e non avere rapporti sessuali, non mentire, non bere sostanze inebrianti, non mangiare fuori dagli orari stabiliti, non assistere a spettacoli eccitanti come balli o canti, non toccare il denaro, non guardare e non toccare alcuna donna. Il monaco ha capelli, barba e sopracciglia rasate e indossa un abito di colore ocra o giallo: il colore della terra che coprì gli abiti del Buddha errante durante la sua predicazione.

I monaci si alzano prima dell'alba al suono del tamburo del convento e, dopo la preghiera o per meglio dire la meditazione e la recita di sutra, escono per la questua da cui traggono tutto il loro sostentamento. Immediatamente dopo, tornati nella pagoda dalla quale generalmente non debbono mai uscire da soli, consumano il loro primo pasto, cui farà seguito un altro prima di mezzogiorno. Al di fuori di questi due momenti non possono toccare altro cibo, che prendono dalla ciotola e lo portano alla bocca usando esclusivamente la mano destra.

La giornata poi trascorre nello studio dei testi sacri, nella meditazione, nella preghiera, accudendo ai lavori della pagoda e insegnando a leggere e a scrivere ai novizi.

Base di tutta la letteratura religiosa è il Tripitaka, la parola del Buddha, che si suddivide: nel Vinaya, che contiene le regole della vita monastica, nel Souttha, che comprende le prediche e racconti edificanti, nel Abhidharma, che si suddivide in sette trattati di metafisica.

Gli jataka, infine, sono 547 racconti, leggende e parabole illustranti momenti e episodi delle precedenti esistenze del Buddha storico, da ognuno dei quali viene tratta una morale, un motivo di riflessione e un insegnamento.