Dien Bien Phu
 
Il distretto di Dien Bien, nella provincia di Lai Chau, è compreso tra Muong Lay e Muong Te a Nord e Nord-Ovest e la frontiera laotiana a Sud e a Ovest. Occupa quindi una posizione strategica perché è il punto di passaggio di tutte le vie che penetrano nel cuore del Laos provenendo dal Nord-Ovest del Viet Nam e dal Sud-Ovest della Cina. Il capoluogo Dien Bien Phu, che letteralmente significa appunto "Grande capoluogo di frontiera", è collocato nella valle di Muong Thanh che misura una ventina di chilometri di lunghezza per una larghezza di circa sei. Fanno corona catene montuose solcate da strette valli incassate fra le rocce e solcate da impetuosi torrenti. Sin dai tempi più antichi di qui si irradiavano le vie commerciali che raggiungevano Luang Prabang in Laos, il paese dei Muong La in Cina e si spingevano fino alla terra degli Shan nell' alta Birmania. Transitavano carovane di alcune centinaia di cavalli e buoi recanti ogni genere di mercanzia e qui avevano corso corrente sia le monete vietnamite che quelle cinesi, laotiane e birmane. La popolazione è un miscuglio di almeno una dozzina di gruppi etnici differenti e che appartengono alle due grandi famiglie linguistiche sino-tibetana e austro-asiatica. I Thai Neri, così chiamati per il colore del loro costume tradizionale, costituiscono il gruppo più numeroso e praticano l' allevamento e la coltura del riso "inondato" nelle zone di fondo valle, dove sono insediati anche alcuni gruppi di Lu e di Tay. Sui rilievi più alti abitano i Meo mentre le medie altitudini sono occupate da Khmu, Ha Nhi, Phu La, Coong, Xingmul, Zao, tutte popolazioni che continuano a praticare la primitiva pratica della coltura a "debbio", bruciando tratti di vegetazione per sfruttare il terreno per due o tre raccolti e quindi spostarsi in un altro luogo. Questo è lo scenario del luogo che venne scelto dal generale Navarre allo scopo di bloccare le vie attraverso le quali i Vietnamiti ripiegavano verso le loro basi logistiche in Laos ed attirarli ad una battaglia campale dove la preponderante potenza di fuoco dell' esercito francese avrebbe sicuramente avuto la meglio. Venne quindi deciso di impiantarvi una importante base aereo-terrestre che avrebbe assolto inoltre il duplice scopo di proteggere il Laos contro un possibile congiungimento del Vietminh con le forze del Pathet Lao e avrebbe anche alleggerito la pressione militare sulle regioni del delta del Fiume Rosso obbligando Giap a spostare le sue unità nel Nord-Ovest. Fu una scelta che sollevà comunque perplessità negli stessi alti comandi francesi. Il generale Y. Gras nel suo libro "Histoire de la guerre d' Indochine" racconta che "la decisione del comandante in capo (Navarre) sollevò.... delle reticenze da parte dello stato maggiore delle Forze territoriali del Nord Viet Nam.(...) Le obiezioni piu' forti furono quelle del capo di stato maggiore, il colonnello Bastiani. Egli sosteneva che Dien Bien Phu non avrebbe potuto sbarrare la strada in direzione di Luang Prabang perché, diceva, «in questo paese non si può sbarrare nessuna strada. Questa è una nozione europea che qui non ha valore. I Vietnamiti riescono a passare da tutte le parti». E si diceva convinto che Dien Bien Phu sarebbe stata una voragine che avrebbe inghiottito interi battaglioni, senza alcuna possibilità di movimento" .  
Le note successive vicende hanno poi dato ampiamente ragione alle perplessita' di questo colonnello Bastiani e Dien Bien Phu è diventata la "voragine" che ha inghiottito le ambizioni coloniali della Francia in Indocina.