Guerra contro il colonialismo francese

Dopo la sporca “Guerra dell’oppio” a seguito della quale la Cina, con il trattato di Nanchino, aveva dovuto fare ampie concessioni agli Inglesi che avevano ottenuto Hong Kong, i Francesi decisero di mettere le mani sul Vietnam per conquistare una posizione di forza che consentisse loro di riequilibrare il dominio britannico sui mari orientali.

Nel 1847 furono inviate due navi da guerra nel porto di Danang per appoggiare la richiesta di libertà di evangelizzazione in tutto il regno sollecitata dai missionari francesi. Le navi aprirono il fuoco affondando una flottiglia di giunche e, per reazione, L'imperatore Thieu-tri emanò un editto che prevedeva la condanna a morte per qualsiasi europeo che fosse stato trovato sul territorio nazionale. Nello stesso anno gli succedeva al trono Tu-duc che accentuò la politica di chiusura del paese respingendo ogni richiesta di apertura anche solo commerciale.

Nel 1852 prendeva il potere in Francia Napoleone III che inaugurò una politica estera coloniale più aggressiva e prendendo pretesto dall'uccisione di alcuni missionari francesi e spagnoli inviò nel 1856 la nave da battaglia Catinat a bombardare Danang. In Francia il barone Brenier, dichiarò con grande enfasi: "L'Europa, vale a dire la civiltà, è in marcia contro l'Asia che rappresenta la barbarie; essa colpisce da ogni lato queste vecchie nazioni sommerse dal dispotismo più avvilente". Gli fecero eco gli ufficiali di marina Jaures e Fourichon, che dotati forse di scarso spirito profetico affermarono che "noi saremo accolti come liberatori da questo popolo piegato sotto le esazioni e il giogo odioso del mandarinato". La flotta, che imbarcava un corpo di spedizione misto franco-spagnolo, si presentò nuovamente davanti a Danang e il 1 settembre 1858 i Francesi occuparono il porto e sbarcarono le truppe: era l'inizio della guerra di conquista del Viet Nam. Le forze erano troppo esigue per marciare sulla capitale Huè, furono allora aperte le operazioni nel Sud dove era possibile stabilire una solida base commerciale e navale in Saigon, che venne attaccata nel febbraio 1859. La città fu occupata ma le truppe francesi si trovarono poi accerchiate ed assediate dalle forze vietnamite. Tu-duc esitò a impegnare tutte le proprie forze in un contrattacco e diede così tempo ai Francesi che con gli Inglesi trionfavano nella seconda sporca "Guerra dell'oppio" conquistando e saccheggiando Pechino, senza risparmiare neppure il celebre Palazzo d'Estate, il che fece dire a Victor Hugo: "Due banditi, la Francia e l'Inghilterra, sono entrati in una cattedrale dell'Asia". Firmato il trattato con il quale la Cina era costretta a nuove pesanti concessioni, si resero disponibili la flotta e le truppe che furono inviate a liberare Saigon dall'assedio.

La resistenza vietnamita fu piegata e nel giugno 1862 il governo di Huè fu costretto ad autorizzare il culto cristiano e cedere alla Francia le province di Saigon, My Tho e Bien Hoa. I sentimenti popolari non erano però inclini all'accettazione e la resistenza nelle campagne, guidata da letterati e da mandarini, fu accanita. Per privare gli insorti di "santuari" in un territorio sicuro, l'ammiraglio La Grandiere nel 1867 occupava e annetteva anche le tre province sud-occidentali: tutta la Cocincina era ora una colonia francese. Nel contempo, aderendo a una richiesta del re Norodom, la Francia aveva stabilito nel 1863 il suo protettorato sulla Cambogia con l'obiettivo di aprirsi la via fluviale del Mekong, risalendo il quale sperava di penetrare nel cuore stesso della Cina attraverso lo Yunnan, aggirando così il blocco navale inglese sul Mar della Cina. 

L'esplorazione geografica condotta tra il 1866 e il 1868 da una spedizione di cui faceva parte il tenente di vascello Francis Garnier dimostrò che il Mekong non era navigabile e che l'unica via di accesso alla Cina continentale poteva essere il Fiume Rosso. Iniziava così la “Guerra del Tonchino”. Fu inviato nel 1882 un corpo di spedizione che, dopo aver occupato, Hanoi trovò una accanita resistenza armata. La reazione della Francia fu molto decisa e non ostante che nel luglio 1883 Tu-duc fosse morto senza lasciare eredi fu fatto sbarcare a Danang un corpo di spedizione che marciò su Huè, per costringere il consiglio di reggenza ad accettare un trattato di protettorato sull'Annam e sul Tonchino. Nella corte di Huè si era formato un partito di notabili e letterati tenacemente avversi a questa ulteriore capitolazione e il reggente Ton That Thuyet organizzò la resistenza. Il giovanissimo imperatore Ham-nghi aveva preso la fuga verso le montagne e lanciò un proclama con il quale chiamava tutta la popolazione a sostenere la Can Vuong, "la monarchia in lotta". Ham-nghi, con a fianco il mandarino Thuyet, combatté sulle regioni montagnose delle province di Quang Tri e Quang Binh fino al novembre 1888 quando  fu tradito da un capo tribù Muong che lo consegnò ai Francesi che lo deportarono in Algeria. La resistenza monarchica era stata stroncata ma l'opposizione al regime coloniale restava accanita.

Negli anni '90 la Francia si mosse per estendere la sua influenza su tutte le aree a Est del Mekong sulle quali il Viet Nam aveva nel passato già esercitato la sua egemonia entrando così in conflitto di interessi con il Siam il quale, però, sotto la minaccia delle cannoniere inviate sul Chao Praya, davanti al palazzo reale di Bangkok, fu costretto a ritirarsi dal Laos, che diventò nel 1893 un protettorato francese, e dalle province occidentali della Cambogia. Il rischio di un conflitto più ampio fu scongiurato con l'accordo franco-inglese del 1896 che garantiva la indipendenza del Siam come "Stato-cuscinetto" tra l'area di influenza inglese estesa fino alla Birmania e quella francese in Indocina.

Da Hanoi, diventata la capitale dell’Unione indocinese, il governatore generale reggeva la Cocincina per il tramite di un governatore e i quattro protettorati di Annam, Tonchino, Cambogia e Laos attraverso dei residenti superiori francesi dai quali dipendevano i residenti, anche loro francesi, posti a capo delle singole province. Era un modello burocratico-amministrativo di puro stampo napoleonico e infatti fu creata una struttura ministeriale centralizzata incaricata della riscossione delle imposte e dei monopoli governativi di sale e alcool e dell'oppio. Ogni villaggio, in Vietnam, Laos e Cambogia, era obbligato ad acquistare dal monopolio, ogni anno, sette litri e mezzo di alcool e mezzo chilo di oppio per ogni maschio adulto, anche se non erano consumatori; se non ottemperavano erano sanzionati per contrabbando. Questa procedura consentiva al regime coloniale di coprire il 22% delle proprie entrate..

Il Giappone che aveva vissuto la rivoluzione dell'era del Meiji nel 1868, che era uscito vincitore dalla guerra con la Russia nel 1905 e che si era annesso Formosa e la Corea nel 1910 induceva molti letterati e intellettuali vietnamiti ad andare a cercare a Tokyo, in quello che era chiamato Dong Du o "esodo verso l'Oriente", la speranza che questa nuova potenza asiatica potesse portare un sostegno alla lotta contro la dominazione coloniale. La prima guerra mondiale si combatteva su campi troppo lontani perché potesse in qualche modo influire sulle vicende interne del Vietnam, dal quale comunque partirono 43.500 soldati e 40.000 operai e manovali mobilitati per il territorio metropolitano. Nel dopoguerra, le agitazioni e i moti di protesta nelle campagne, cui ora si aggiungevano i primi scioperi nelle città, continuarono a susseguirsi ma continuarono anche a essere repressi e molti militanti e intellettuali anticolonialisti si videro costretti all'emigrazione. Uno di questi fu Nguyen Ai Quoc, "Nguyen il patriota", che verrà conosciuto in seguito con il nome di Ho Chi Minh. Raggiunta la Francia prima della guerra mondiale, membro del Partito socialista, nel 1920 al congresso di Tours votò per la fondazione del Partito comunista francese, dal quale fu poi inviato nel 1923 a Mosca per studiare all'Università dei Lavoratori dell'Oriente e lavorare presso il Comintern. Nel 1925 fu inviato a Canton, dove reclutò degli emigranti vietnamiti per costituire Thanh Nien, "Gioventù rivoluzionaria", che si diede un'efficace organizzazione clandestina in Vietnam.

Nel 1930 il Quoc Dan Dang, un movimento di marcato orientamento nazionalista nato nel 1925 che reclutava i suoi aderenti principalmente tra intellettuali, studenti, piccoli funzionari e notabili di campagna e che praticava una tattica di complotti ed azioni terroristiche, suscitò un tentativo di ammutinamento della guarnigione di Yen-bay, nel  Nord-Ovest del delta del Fiume Rosso, pensando che questo potesse suscitare un moto di rivolta generalizzato. Non scoppiò nessun moto popolare, la repressione fu durissima e il Quoc Dan Dang cessò praticamente di esistere. Nello stesso tempo Ho Chi Minh, in Hong Kong, unificava le diverse componenti comuniste e fondava il Partito comunista del Viet Nam che nell'ottobre 1930 prese il nome di Dang Cong San Dong Duong, Partito comunista indocinese.

Venne la guerra. Nel 1937 i Giapponesi avevano invaso la Cina e nel 1939 occupavano l'isola di Hai-nan, che domina il golfo del Tonchino, e ammassavano truppe sulla linea di frontiera a Lang Son. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel settembre 1939, il governo Daladier mise fuorilegge il Partito comunista francese e le autorità coloniali fecero altrettanto in Vietnam arrestando molti comunisti, ma Ho Chi Minh, Phan Van Dong e Giap si salvarono prendendo la via delle montagne. Nel 1940 i Francesi accettarono la presenza delle truppe giapponesi sul territorio vietnamita e nel contempo cedettero al Regno del Siam, alleato del Giappone, i territori occidentali della Cambogia. Di fronte al pericolo per la democrazia portato dal Giappone, alleato dell'Italia fascista e della Germania nazista, Ho Chi Minh fondò il Viet Nam Doc Lap Dong Minh, meglio noto come "fronte Viet Minh", in cui a fianco dei comunisti confluivano ampi strati di popolazione di diverso orientamento politico e credo religioso. La resistenza si organizzò, ma fu solo nel 1944 che cominciò a ricevere da Americani e Inglesi le armi e gli aiuti che gli consentirono di portare duri colpi di guerriglia contro gli occupanti. Il 2 settembre 1945, nel momento stesso in cui il governo giapponese a Tokio firmava la resa, Ho Chi Minh proclamava a Hanoi l'indipendenza del Viet Nam ma la Francia di De Gaulle non intendeva assolutamente rinunciare al proprio dominio coloniale. Con lo sbarco a Saigon del generale Leclerc, nell'ottobre 1954, la Francia intendeva riaffermare i propri diritti sul Vietnam. Furono aperte trattative ma immediatamente scoppiarono incidenti. La flotta francese bombardò Haiphong e a dicembre Hanoi era diventata un campo di battaglia. Il generale Giap ritirò le sue truppe sulle montagne e iniziò la guerriglia. La guerra si propagò a tutto il Paese ma era nel Nord che i Francesi dovevano vincere per abbattere il governo di Ho Chi Minh e distruggere il suo esercito. La situazione diventò per i Francesi più difficile alla fine del 1949 quando Mao prese il potere in Cina e inviò aiuti e armi al Viet Minh. Fu deciso un generale ripiegamento a difesa del cosiddetto "Paese utile", vale a dire le grandi pianure risicole, le piantagioni, le vie di comunicazione e fu creato un sistema di posti fortificati collocati nei punti strategici, ma questo non fermò l’infiltrazione del Viet Minh.

La Francia poteva contare su un massiccio aiuto da parte degli Stati Uniti che nel 1953 avevano sostenuto con 385 milioni di dollari il 60% delle spese della guerra, avevano inoltre inviato 25.000 tonnellate al mese di armi e munizioni e assicuravano la copertura aerea e i trasporti. Il generale Navarre decise allora di occupare nel novembre 1953 la valle di Dien Bien Phu creando una potente base protetta da forze aeree, da blindati e con una guarnigione di paracadutisti, truppe coloniali e legionari, con l'obiettivo di bloccare la strada verso l'alto Laos e costringere Giap ad affrontare una battaglia campale nella quale la supremazia tecnica francese avrebbe avuto il sopravvento. Utilizzando 700 autocarri e un esercito di biciclette Giap spostò quattro divisioni di fanteria e una di artiglieria pesante, per un totale di circa 50.000 uomini, occupando le creste montagnose che chiudono la valle. I Vietnamiti scesero nella pianura al coperto delle trincee e il 13 marzo 1954 lanciarono l'assalto contro la prima delle postazioni esterne che proteggevano la base. Una dopo l'altra caddero tutte fino a che il 1 maggio venne lanciato l'assalto finale che si concluse alle 17 del 6 maggio quando il generale De Castries si arrese con i 10.754 soldati francesi sopravvissuti. Pochi giorni prima, il 26 aprile, si erano aperti i lavori della Conferenza di Ginevra sulla Corea e sull'Indocina ma la discussione del dossier Vietnam iniziò solo 24 ore dopo la caduta di Dien Bien Phu. La firma degli accordi di Ginevra avvenne il 21 luglio 1954 e fu sancita la separazione del Viet Nam in due parti, all'altezza del 17° parallelo. La parte settentrionale, con Hanoi come capitale, restava nelle mani del Viet Minh, la parte meridionale, con Saigon capitale, in teoria era indipendente ma nei fatti si trovava sotto la tutela degli Stati Uniti che vedevano nel Sud-Viet Nam un baluardo contro la penetrazione del comunismo nel Sud-Est asiatico. Questa divisione del Paese avrebbe dovuto essere provvisoria in attesa di elezioni generali da svolgersi entro l'anno 1956 e tutta la popolazione avrebbe dovuto esprimersi sull'assetto da dare all'intero Paese. Queste elezioni non ebbero mai luogo.