La terra del popolo Viet

 
Fino a cinquanta anni fa il nome Vietnam era praticamente sconosciuto in Italia. Fece la "prima" dei quotidiani solo nella primavera del 1954 quando grossi titoli annunciarono che i paracadusti francesi e gli uomini della Legione Straniera si erano dovuti arrendere in uno sconosciuto posto chiamato Dien Bien Phu a un ancor più sconosciuto generale di nome Vo Nguyen Giap. Si seppe poi che dopo questa sconfitta militare la Francia abbandonava quel lontano paese il cui presidente della Repubblica era un certo Ho Chi Minh. Venti anni più tardi quei nomi erano ormai noti a tutti. La "guerra del Vietnam", persa dagli Americani, fu il primo evento della storia che grazie alle riprese televisive, spesso in diretta, ebbe una vera risonanza mondiale e non ci fu casa in cui non entrarono quelle sconvolgenti immagini di morte e distruzione che resero familiari i nomi di Hanoi, Danang, Saigon. Venne poi la pace e si schiusero le frontiere. Fu sicuramente la curiositá a muovere i primi viaggiatori, che avevano ben poco materiale a disposizione per saperne qualche cosa di piú su quel paese di cui avevano conosciuto il nome solo attraverso i reportage di guerra. Ricordo lo stupore di quelle persone quando, dopo aver visto il corpo di Ho Chi Minh imbalsamato nella teca del Mausoleo, vercavano la soglia del tempio di Tran Vu e si trovavano immersi nel mistico silenzio di una scura sala velata dai fumi dell'incenso attraverso i quali appariva il bronzeo volto del gigantesco genio. A Danang, negli anni ottanta, le immagini delle carcasse di blindati e la distesa di terra bruciata dal napalm ancora rammentavano le distruzioni portate dalla guerra e nessuno poteva immaginare di trovare subito dopo le raffinate immagini di danzatrici scolpite nella pietra degli altari conservati nel museo Cham. A Saigon, gli occhi di tutti andavano a cercare il massiccio edificio bianco della ex-Ambasciata americana, ma il vero animo del popolo vietnamita lo sentivano poi aleggiare fra le spirali di incenso, le ceramiche e gli altari della pagoda Thien Hau a Cholon. Questo "scoperta" del Vietnam avvenne quasi quaranta anni fa. Farebbe piacere pensare che questo stesso entusiasmo per la scoperta di qualche cosa di non conosciuto e di inatteso possa cogliere anche il viaggiatore che oggi arriva in Vietnam, pur se questi già sa quanti tesori d'arte e quali bellezze naturali il paese tiene in serbo. Oggi, purtroppo, i tempi sono ormai talmente accellerati che non sono molti i giorni che possono essere dedicati alla visita di una terra che inviterebbe invece a essere percorsa con i tempi di quei giramondo dell'Ottocento che si spostavano su velieri e carrozze a cavallo.