Sulla Pista di Ho Chi Minh
Giap in ispezione sulla Pista di Ho Chi Minh
 Una mattina del mese di maggio del 1959, dalla foresta di Khe Ho ai piedi del colle di Mu-gia che si leva immediatamente a Nord del 17° parallelo, partiva una colonna di uomini ognuno dei quali portava sulle spalle una cassa dal peso di almeno una cinquantina di chili: trasportavano armi e munizioni per i Vietcong. Arrivarono a destinazione nella zona degli altopiani del Tay Nguyen, a Nord di Saigon, nel mese di agosto dopo una marcia durata quasi quattro mesi. Camminavano tra la folta vegetazione avendo l'accortezza di porre i piedi sulle orme del capocolonna e l'ultimo uomo della fila trascinava dei rami per cancellare le tracce; uscendo da un torrente il primo posava i piedi su un pezzo di nylon che veniva poi tolto da quello che chiudeva la fila. Malgrado i numerosi passaggi di colonne di portatori non restava alcuna traccia ed il nemico a lungo non si accorse di nulla. Così era stata aperta la "Pista del Truong Son orientale", quella che a partire dal 1966 i documenti ufficiali del Pentagono definirono la "Pista di Ho Chi Minh". Per cinque anni, fino al 1964, il trasporto avveniva a forza di braccia oppure utilizzando quelle stesse biciclette che già Vo Nguyen Giap aveva usato per trasportare le armi e i rifornimenti durante l' assedio di Dien Bien Phu: ogni bicicletta, condotta a mano, poteva trasportare 150 chili. Nel frattempo i sentieri erano stati trasformati in piste ed era stato aperto un nuovo itinerario che correva sul versante occidentale della Catena annamitica, in territorio laotiano. Un giorno, alla fine del 1964, l'aviazione americana effettuò il primo raid di bombardamento sulla pista. Dagli inizi del 1965 le piste furono trasformate in strade percorribili dagli autocarri e le incursioni aeree si intensificarono senza però riuscire mai ad interrompere la pista perché dal percorso principale si dipartivano strade secondarie, disposte a spina di pesce, che consentivano di superare i punti bombardati. La rete di strade aveva ormai raggiunto una lunghezza complessiva di circa 10.000 chilometri. Dal 1971 gli Americani , vista l'inutilità dei bombardamenti al napalm e del lancio di sofisticate mine anti-uomo e anti-carro, ricorsero all'uso di aerei AC130 equipaggiati elettronicamente: volavano di notte ed erano in grado di captare il rumore ed il calore emanato dai motori dei mezzi in marcia e li distruggevano con cannoncini da 40 mm. a tiro rapido. I Vietnamiti risposero tracciando tremila chilometri di nuovi percorsi nel folto della foresta dove i mezzi potevano muoversi in pieno giorno sotto la volta della fitta vegetazione.   Nel 1973, al tempo degli Accordi di Parigi, il sistema viario aveva raggiunto uno sviluppo di 15.000 chilometri e si articolava lungo due assi principali, uno ad Est e l' altro ad Ovest del crinale della Catena annamitica, collegati fra loro da innumerevoli vie trasversali e lo stato delle strade era tale che poteva essere percorso anche da autocarri di grandi dimensioni, mezzi blindati e pezzi di artiglieria. Dal punto di partenza, a Nord del 17° parallelo, il tragitto da percorrere era tra 500 e 1.000 chilometri, secondo il punto di sbocco che poteva essere, a settentrione, nella zona tra Kontum e Pleiku oppure, molto più a Sud, nella regione di Song Be o nella provincia cambogiana di Mondulkiri. Tra il febbraio 1973 e la fine del 1974 tutto il sistema viario del versante orientale venne potenziato allargando le carreggiate e costruendo ponti in metallo o in cemento. Nell'aprile 1975, mentre le truppe nordvietnamite sfondavano il fronte sulla via litoranea n.1, altre colonne discesero lungo la "Pista di Ho Chi Minh" e chiusero in una morsa l'esercito sudvietnamita. L'atto finale fu la conquista di Saigon il giorno 30.