La fondazione del Regno lao
Fa Ngum
Nella prima metà del XI secolo il Laos entra nella sfera di influenza dell'Impero di Angkor. Fu il re “guerriero” Suryavarman I che guidò gli eserciti khmer verso Nord, alla conquista delle regioni dislocate sul medio corso del Mekong. Non si trattò inizialmente di una effettiva annessione politica e territoriale: i principati e le tribù sottomesse conservavano, come era consuetudine, i loro ordinamenti e i loro principi e capi tribali. Accettavano, però, un rapporto di vassallagio: dovevano fare atto di sottomissione, consegnare ostaggi, versare un tributo annuo, fornire uomini e animali per la realizzazione delle grandi opere imperiali e, se era necessario, mettere a disposizione dei contingenti di uomini armati per militare, come truppe ausiliarie, nell' esercito khmer. In questo coacervo di stati e staterelli, il ruolo dominante era svolto dal regno lao di Muong Xua, che aveva come capitale Xieng Tong, la attuale Luang Prabang. A seguito di una delle tante lotte di famiglia per il potere, il principe Phi Fa è costretto a fuggire con i suoi quattro figlioletti ad Angkor dove ottiene la protezione imperiale. Il più grande dei figli, Fa Ngum che era nato nel 1316, sposò una delle figlie dell’imperatore khmer, che noi conosciamo solo con il suo nome postumo Nirvanapada che ben ci indica che era un fervente buddhista. Nel 1349, Fa Ngum venne posto alla testa di un esercito khmer, forte di 10.000 uomini, con il compito di risalire il Mekong riportando sotto la tutela imperiale i vari principati che si erano resi indipendenti e avevano sospeso il tributo di vassallaggio. Non gli fu difficile sottomettere prima il Sud, il Bassac che è l' attuale provincia di Champassak, risalire vittorioso il corso del fiume e, nel 1351, dare battaglia anche a un esercito vietnamita che aveva tentato di mettere le mani sulle regioni centrali. Puntò a Nord dove sottomise tutto il Muong Xua e affrontò in battaglia il re suo zio e lo sconfisse. Nel 1353 salì al trono in Xieng Tong imponendo la sua signoria su tutti i principati settentrionali. Al regno che aveva fondato diede il nome di Lane Xang, il "Milione di Elefanti", adottandovi in larga parte il medesimo sistema politico dell'Impero khmer. Si basava su una struttura sociale fortemente gerarchizzata con il sovrano a capo di una aristocrazia militare e amministrativa da cui dipendeva la grande massa di un popolo di agricoltori. Al più basso livello della scala sociale erano relegati gli schiavi che erano in larga parte uomini e donne delle tribù montane, quelli che venivano chiamati Kha, presi prigionieri nel corso di autentiche razzie organizzate dallo stesso esercito regio. Le mire di Fa Ngum si estendevano comunque oltre i confini del regno di Muong Xua, volgendosi a meridione verso il principato che dominava il centro del Paese e la cui capitale era la attuale Vientiane. Nel 1356 scese con il suo esercito e trovò il nemico asserragliato dietro una invalicabile barriera naturale. Il luogo era allora chiamato Phai Nam, che significa "barriera di bambù spinosi": godeva infatti della protezione naturale di una intricata selva di siepi e di invalicabili bambù e rovi. Per superare questo ostacolo, Fa Ngum fece ricorso a uno stratagemma. Fece lanciare contro la cittadella nemica numerose frecce con puntali decorati in oro e argento, quasi a ostentare l'immensa ricchezza del suo esercito. Ai primi, fitti, lanci di risposta degli assediati, finse una precipitosa e disordinata ritirata. I difensori caddero nella trappola e, credendo di poter piombare su un nemico ormai in fuga e mettere le mani su un ricco bottino, lasciarono le fortificazioni e si lanciarono in un disordinato inseguimento. Fa Ngum, che era in agguato con le sue truppe perfettamente schierate, piombò su di loro e agevolmente ne ebbe ragione. La città venne occupata e in ricordo di questa vittoria prese il nome di Vieng Nham, che vuole dire “siepe d' oro”, nome che successivamente si trasformò in Vieng Chan, cioè la “siepe di sandalo”, da cui proviene l' attuale nome, francesizzato, di Vientiane. Fa Ngum, unificando sotto il suo comando tutto il Paese, fu, a tutti gli effetti, il fondatore del primo regno lao, al quale estese il nome di Lane Xang. Riconobbe un formale rapporto di vassallaggio nei confronti della corte di Angkor, che aveva reso possibile la sua impresa, ma che non si concretizzò mai in alcuna forma di subordinazione, tale era ormai il processo di irreversibile decadenza e indebolimento che attanagliava l’ Impero khmer. Memore comunque del suo soggiorno in Angkor, degli insegnamenti tratti e della sua precedente esperienza di governo nel nord del Paese, pose ogni cura nella organizzazione di un forte stato centralizzato. Dalla capitale, che continuò a essere Xieng Tong, suddivise il paese in muong, o provincie, a capo delle quali nominò governatori di sua fiducia i quali oltre che alla riscossione dei tributi dovevano provvedere al reclutamento degli uomini per l' esercito. Le terre da coltivare restavano di proprietà esclusiva del sovrano, ma venivano assegnate in uso ai contadini che erano assoggettati al pagamento delle imposte e dovevano prestarsi, obbligatoriamente, per le corvèes per i lavori di interesse pubblico o per i servizi della corte. Riordinato lo Stato, Fa Ngum si pose infine l’obiettivo di liberare il Paese dall’ancestrale culto animista dei phi pervaso di elementi magici e sciamanici. Avvertiva la necessità di imporre a tutta la nazione un unico credo religioso che contribuisse a eliminare tutti i particolarismi che erano invece favoriti dal permanere di culti e riti tribali. Si rivolse alla corte di Angkor e chiese che venisse inviata una delegazione di monaci per predicare la conversione al buddhismo del Theravada. I monaci giunsero a Xieng Tong nel 1358 portando con loro la statua in oro del Buddha Phra Bang che da allora divenne il “palladio” del regno di Lane Xang mentre il buddhismo iniziò a penetrare sia negli ambienti di corte sia, soprattutto, in sempre più larghi strati della popolazione.