Tante etnie, un solo popolo
 
“Là dove le etnie si sono sovrapposte c'è stato un incrocio degli individui, con la permanenza di caratteri fisici e tratti culturali appartenenti agli strati etnici più antichi. Questo basta a spiegare la ricchezza e l'estrema varietà della materia etnologica indocinese” (G.Coedes, Les peuples de la péninsule indochinoise)
 
Parlando del popolamento del Laos, come della Birmania o del Vietnam, si è inclini a usare il suggestivo termine di “mosaico” etnico, tanto bello quanto povero di vero significato perché gli uomini non sono tessere di pietra policroma meccanicamente collocati in un certo posto dalla anonima mano di uno sconosciuto artigiano. Grandi spostamenti di popoli attraverso gli enormi spazi della Terra iniziarono millenni orsono, quando ancora nessuno si riempiva la bocca con i falsi miti della “globalizzazione”, ma sulla faccia del nostro pianeta ancora non esistevano né frontiere né barrire doganali e gli uomini erano liberi di spostarsi, con tutti i loro poveri beni, verso le terre in cui speravano di trovare migliori condizioni di vita. E fu ciò che accadde nell'estremo Oriente asiatico alcune decine di migliaia di anni orsono. A lungo sono durate fra gli scienziati le controversie sulle origini del popolamento dell'Est asiatico ma oggi tutti accettano la tesi che bisogna risalire al ceppo Mongoloide che circa 40.000 anni orsono abitava il Nord della Cina. Da esso, circa 15.000 anni fa, nacque la famiglia etnolinguistica Sino-tibetana. Dallo stesso originario ceppo sono poi nate, tra 6.000 e 4.000 anni fa, prima la famiglia etnolinguistica Austro-asiatica, poi quella Tai-kadai e infine quella Austronesiana. A queste famiglie appartengono tutte le lingue parlate e tutti i gruppi etnici del Sud-Est asiatico.
Secondo molti studiosi furono le popolazioni di ceppo austro-asiatico che, per prime, scesero verso Sud diffondendosi a ventaglio dalla penisola indocinese fino al subcontinente indiano. In un secondo tempo, raggiunsero l'Indocina delle popolazioni di ceppo austronesiano che dalle originarie terre nel Nord della Cina erano scese prima su Formosa, da qui si erano espanse nel Borneo e nelle più lontane isole del Pacifico e poi avevano fatto ritorno verso il continente insediandosi sulle zone costiere e lungo il corso dei grandi fiumi. In tempi e in forme che linguisti, etnologi e storici non sono ancora giunti a determinare con univoca certezza, questi Austronesiani si fusero con le popolazioni parlanti lingue austro-asiatiche che sarebbero quindi i veri autoctoni indocinesi. Secondo i linguisti sono lingue austro-asiatiche il Munda, parlato nell'India orientale e nel Bangladesh, e il Mon-khmer,. Le più antiche fonti storiche certe di cui disponiamo risalgono al III / IV secolo d. C e ci testimoniano solo il popolamento della estrema regione meridionale del Laos, il Bassac, dove erano sicuramente già insediati gli Khmer, che poi scesero verso la pianura cambogiana, e dove tentarono di estendere la loro influenza i Cham, che allora popolavano le regioni del centro del Viet Nam. L'evento determinante si verificò, però, solo tra il VII e VIII secolo d. C. quando scesero dal Nord, lungo la valle del Mekong, dei folti gruppi di Thai, una  popolazione appartenente alla famiglia etnolinguistica Tai-kadai. I Thai erano originariamente stanziati nel Sud-Ovest della Cina ma già agli inizi del primo millennio a.C. si verificò un forte flusso migratorio che li portò a stabilirsi nel Sud dello Yunnan e nelle estreme regioni nord-occidentali della penisola indocinese. Nei primi secoli della nostra Era i vari gruppi familiari, i clan, le comunità, i villaggi cominciarono a riunirsi in entità più ampie e meglio organizzate fino a che verso la fine del VII secolo, ai tempi della dinastia Tang, si erano ormai costituiti dei principati Thai autonomi che nello Yunnan, si erano confederati nello stato multietnico di Nan Chao, che era egemonizzato dagli Zi progenitori dei Lo Lo. Il conflitto con il potente vicino del Nord fu inevitabile. Il Nan Chao venne sottomesso e trasformato in stato vassallo dell'Impero e il suo tessuto multietnico ne uscì praticamente disintegrato. Anche la grande famiglia dei Thai si frantumò e molti gruppi si mossero alla ricerca di nuove terre scendendo verso il Sud. Si suddivisero in tre grandi correnti migratorie che dallo Yunnan scesero lungo le vallate del Ayeyarwady, del Chaopraya e del Mekong. I primi si stanziarono sugli altopiani orientali dell’attuale Myanmar dove noi li conosciamo con il nome di Shan, oppure giunsero fino all’Assam indiano, dove sono chiamati Ahoms. Quelli che discesero il Menam, o Chaopraya, entrarono in contatto con il regno mon di Dvaravati. Entrarono poi nella sfera dell’Impero khmer e furono chiamati Syam e questo è il nome che restò loro per molti secoli, fino al 1938 quando ripresero il nome di Thai, per noi Thailandesi. I Thai invece che scesero il corso del Mekong si incrociarono con le popolazioni di etnia Lawa o Lua, e sono quelli che noi chiamiamo Lao. Erano un popolo molto più progredito e socialmente organizzato degli indigeni e, senza incontrare difficoltà, si poterono insediare nelle fertili fasce pianeggianti del fondo valle, ricacciando sulle montagne gli autoctoni di ceppo austroasiatico che sprezzantemente chiamarono Kha, cioè “schiavi”. A questo primo popolamento fecero seguito, intorno al XII / XIII secolo, altri flussi migratori di Thai, numericamente ancora più consistenti. Così pose le sue fondamenta la nazione lao. Successivi spostamenti nella direzione Nord-Sud di popolazioni frontaliere, appartenenti alla etnia Miao-yao e alle famiglie Tibeto-birmane,  sono poi avvenuti ancora nella seconda metà del XIX secolo e finanche negli anni '60 del secolo scorso. Tutte queste popolazioni, scese dalla Cina meridionale e dallo Yunnan, si sono però dovute stabilire nelle alte regioni montagnose, a fianco di folti gruppi di  Thai che durante i secoli precedenti già si erano insediati nelle zone montuose a cavallo tra il fiume Nam Ou, in Laos, e il Fiume Rosso, in Vietnam, oppure lungo la valle del song Ma, il Fiume Nero, che dalla Catena annamitica scende verso il Mare dell’Est.
I Lao discesi lungo il Mekong, ovviamente, non conoscevano gli attuali confini geopolitici e si stanziarono a macchia d’olio su tutte le regioni pianeggianti del bacino del fiume, compreso il vasto altopiano di Korat, che oggi fa parte della Thailandia e dove si stima che in realtà viva quasi il 60 % di tutta la etnia lao, qui chiamati Hissan. Quelli che noi conosciamo col nome di Laotiani sono quindi solo una parte di tutti i Lao: sono quelli che vivono nel territorio dello Stato costituitosi al finire del XIX secolo a seguito delle intese diplomatiche fra il Regno del Siam e la Francia.
La popolazione del Laos, per queste ragioni storiche, risulta assai composita. Volendo fare un quadro del popolamento attuale, la fonte più aggiornata a cui si può attingere è solo il vecchio censimento del 1995. Sono state individuate 5 famiglie etnolinguistiche con 47 gruppi etnici e 149 sottogruppi. La famiglia dei Tai-kadai, designata con il nome di Lao Loum, comprende i Lao che abitano le pianure di fondo valle e rappresenta circa i due terzi della popolazione. Ne fanno parte: Lao, Tai Dam [Neri], Tai Deng [Rossi], Tai Khao [Bianchi], Phutai, Lu, Nhuan, Yang, Xek.
Le famiglie dei Mon-khmer e Viet-muong, quelle dei Lao Theung che abitano gli altopiani e le pendici montagnose, rappresentano il 23% della popolazione totale. Comprende: Khmu, Katang, Makong, Xuay, Laven più altri 22 gruppi minori.
Le famiglie dei Miao-yao e dei Tibeto-birmani comprendono 10 gruppi etnici che occupano le più alte regioni montane e sono chiamati Lao Sung. Ne fanno parte: Akha, Yao, H’Mong. Lolo e altri 6 gruppi minori.