Nixon e Kissinger... poi venne Obama

Nel dicembre 2008 sono state rese pubbliche le trascrizioni delle oltre quindici mila telefonate fatte, nel 1969 e 1970, dall’allora Segretario di Stato Kissinger. Particolarmente interessanti sono i colloqui tra Kissinger e il Presidente Nixon dove si parla dell’invasione di Timor, del colpo di stato contro Allende, dei bombardamenti sul Vietnam e, anche, della guerra in Cambogia.

Tutti hanno cercato di nascondere le responsabilità degli Stati Uniti sull’inizio di quella guerra che portò, poi, al potere Pol Pot e che ebbe termine solo nel 1998. E’ stata data la colpa al generale Lon Nol e al suo colpo di stato del marzo 1970 e molti hanno anche scritto che furono, in realtà, le manovre sotterranee di Mao e dei vietnamiti a precipitare la Cambogia nella guerra.

Un libro molto bello e purtroppo mai tradotto in italiano, “Sideshow: Kissinger, Nixon & the Destruction of Cambodia” di William Shawcross, racconta come Nixon, ignorando gli ordini del Senato americano e in flagrante violazione di tutte le norme del diritto internazionale, diede ordine di bombardare le province orientali della Cambogia, che allora era uno stato neutrale e non belligerante.

L’operazione, chiamata Menu, iniziò il 18 marzo 1969, un anno prima del colpo di stato di Lon Nol. Nei succitati colloqui con Kissinger, si sente Nixon dare l’ordine di condurre “una massiccia campagna di bombardamenti sulla Cambogia” per distruggere “tutto ciò che si muove”. I bombardamenti durarono fino al 1973 e furono scaricate 539.000 tonnellate di bombe. Erano tremila chili di esplosivo per ogni chilometro quadrato, ma nessuno si è sinora preoccupato di chiedere conto di quanti Cambogiani furono uccisi, perché era più comodo mettere tutti i morti sul conto di Pol Pot e dei tre anni, otto mesi e venti giorni durante i quali detenne il potere.

Venne poi il Presidente Obama….. e chiese alla Cambogia di pagare il conto di quella che fu una vera e propria aggressione. Così al danno si aggiunsero le beffe, anzi l’insulto.

Il 31 ottobre 2010, infatti, venne in visita di stato a Phnom Penh il Segretario di Stato, signora Hillary Clinton la quale fu molto prodiga di consigli e raccomandazioni ai governanti cambogiani. Spiegò loro che non dovevano fidarsi della Cina, che proprio in quei giorni, aveva concesso un finanziamento di 600 milioni di dollari per la costruzione della ferrovia che dovrà collegare Phnom Penh al Vietnam e aveva anche promesso investimenti per un valore di un miliardo e seicento milioni, per la costruzione di infrastrutture. La signora Clinton disse che la Cambogia non doveva cadere nella trappola cinese, ma doveva rafforzare i suoi legami con il mondo occidentale e con gli Stati Uniti.

Per dimostrare cosa il suo governo intenda per cooperazione, chiese il rimborso di 445 milioni di dollari per il prestito concesso al generale Lon Nol, nel 1970 per l’acquisto di armi. In realtà il debito ammontava a 339 milioni di dollari, ma nel frattempo sono maturati gli interessi e sembra che gli Stati Uniti, per lodevole correttezza amministrativa, non possano rinunciarvi. Il Primo ministro Hun Sen ha risposto che quello “sporco debito gronda di sangue cambogiano”.